Dopo un lungo periodo di spopolamento, nel 2006 la Fondazione Nuto Revelli ha deciso di acquisirlo e di recuperarlo per realizzare e mettere a disposizione della comunità, delle scuole e del pubblico in generale un luogo-testimone fisico e dinamico di una doppia memoria: quella della Resistenza e quella della vita rurale di montagna.
Grazie al reperimento delle risorse economiche necessarie (Regione Piemonte Lr. 4/00, Compagnia di San Paolo, Fondazione CRC, Fondazione CRT) la borgata è stata ricostruita con un progetto architettonico innovativo e sostenibile, armonicamente inserito nel paesaggio secondo i criteri della Carta internazionale del Restauro e con materie prime locali, realizzato da un gruppo di architetti formatosi spontaneamente intorno ad Aldo e Giovanni Barberis, composto da Valeria Cottino, Dario Castellino e Daniele Regis.